Questa tecnica di massaggio venne sviluppata da Emil Vodder intorno agli anni trenta. Egli studiò medicina, sociologia e filosofia fino ad approdare alla biologia approfondendo la conoscenza del sistema linfatico. Provò a praticare il massaggio dei linfonodi e nel 1936 insieme alla moglie Estrid (naturopata) presentò la sua tecnica a Parigi durante il Congresso d'Estetica "salute e bellezze". Da lì sviluppo quello che in seguito è diventato il Linfodrenaggio Manuale, la cui pratica fece riscontrate un sensibile miglioramento della condizione clinica di molti pazienti affetti da particolari disturbi.
Con questo tipo di manipolazione si influenza solo il drenaggio della linfa e del liquido interstiziale dei tessuti più superficiali, mentre la circolazione linfatica più profonda viene interessata solo indirettamente in seguito ad un effetto propulsivo che proviene dalla linfa superficiale. La linfa dei distretti limitrofi ai linfonodi regionali deve essere accompagnata alle stazioni linfatiche più vicine, senza esercitare alcuna pressione: si parla infatti di "spinta massima e pressione zero", tale concetto funzionale è meglio comprensibile se si considera che per mobilitare la linfa, ovvero un liquido che per natura non è comprimibile, è necessario e sufficiente accompagnare dolcemente la stessa per le naturali vie di sbocco senza forzature che sarebbero controproducenti.
Peculiarità del trattamento di Linfodrenaggio è l'inizio sempre partendo dalla zona prossimale verso quella distale. La ragione fisiologica di ciò è spiegata dal fatto che si deve "svuotare" tutto il liquido accumulato nei vasi linfatici e nei linfonodi più vicini alla zona di sbocco fra circolazione linfatica e venosa. Il punto dove la linfa si unisce nuovamente al sangue si chiama "Terminus" , che si trova alla base del collo, dove si incontrano e si congiungono due vene importanti: quella del braccio detta "succlavia" e quella del collo detta "giugulare".
EFFETTI BENEFICI: